Bomarscé, che non ha nulla a che vedere con la bellezza del mercato, è una rivista letteraria indipendente, talmente indipendente che presto sfuggirà di mano anche ai suoi creatori. Finché resterà con noi, comunque, Bomarscé ha l’obiettivo di pubblicare narrativa di finzione: intendiamoci, racconti.
Bomarscé è una rivista letteraria interessata: nel senso che si interessa a chiunque abbia un bel testo narrativo di una forma che sia inequivocabilmente quella del racconto. Ma bello, cavolo: e sì, in questo senso la bellezza c’entra.
Bomarscé, tanto per essere chiari, non cerca l’effetto picaresco, pindarico e parabolico, o la mirabolante superfetazione della mente di un genio incompreso (ma da chi?): a Bomarscé piace la cura del discorso, il piacere della costruzione, i bei personaggi (ma anche quelli brutti e cattivi), la profondità nella leggerezza, la pienezza di senso. Insomma l’effetto wow va bene per Netflix (che, per carità, noi lo si guarda tutte le sere…).
Bomarscé, dal 2020, è (vorrebbe essere) una storica rivista letteraria, magari piccola ma piacevole, curata, significativa: una rivista che, noi, le si vuole già bene. Voi?
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