Questo è il dodicesimo numero di Bomarscé – Storica rivista letteraria, dal 2020.
È un numero un po’ speciale, è un numero monstre, in molti sensi: oltre centocinquanta pagine di mostruosità, ammazzamenti e possessioni, sia carnali sia intellettuali sia spirituali. Bomarscé #12, dedicato al tema del brivido, non ha niente di piccolo: non ci sono Piccoli brividi, ma grandi scuotimenti. E quindi un numero da leggere in quest’estate da brivido, tra un tornado e un altro, un albero divelto e il condizionatore che gocciola perché non ce la fa più. In fondo, non c’è niente di più orribile dell’estate (dell’estate italiana, poi…): “chi dice che ama l’estate ha qualcosa da nascondere”, ha sentito dire da qualche parte, colui che sta scrivendo questa presentazione.
Cosa c’è di più terribile e spaventoso che continuare a partire per mete una volta ospitali e che invece ora ci vogliono, semplicemente, uccidere: con gli incendi, il caldo infernale, le mareggiate, il ghiacciaio che si disintegra a lastroni. E noi, invece, niente, continuiamo con la nostra vita ordinaria, che non ha più nulla di ordinario. Adèle Van Reeth, nel suo libro La vie ordinaire, scrive che la vita possibile, a differenza di quella ordinaria, “è una vita filtrata, dove le ore non si trascinano, i risvegli sono sempre di buon umore, una vita in una casa che non si sporca, un corpo che non invecchia, i soldi che non mancano mai, il sonno che ristora davvero”. Ecco, Bomarscé #12, con questa grande dose di sangue e sesso, mostri e fantasmi, cunnilingus e tradimenti, vi offre una possibilità: un brivido (di genere).
Eppure, questi dodici racconti non mancano di grazia, anzi: spesso, dove l’azione è più esplicita il discorso è più opaco, il nome delle cose si nasconde, la lingua è più velata. Nelle illustrazioni, invece, non c’è nessuna ambiguità: alcune sono semplicemente tra le più belle mai comparse su Bomarscé. Non finiremo mai di dire grazie, alle illustratrici storiche e ai nuovi ingressi.
Infine, in copertina c’è Voci dentro, il dipinto del giovane artista Manuel Galeotti: un’opera che sembra commissionata apposta per Bomarscé #12 ma che invece esisteva già e ci è stata donata. Lo ringraziamo e siamo onorati di ospitarlo.
Rabbrividirete. Buona lettura.