Questo è il decimo numero di Bomarscé – Storica rivista letteraria, dal 2020.

Ieri usciva Bomarscé #1, oggi Bomarscé #10 e domani Bomarscé #100. Il tempo passa così, nella realtà, mentre nella finzione lo decidi tu cos’è nuovo e cos’è vecchio. E nuovo e vecchio rispetto a che? C’è da dire che il passato rimane, forse è l’unica cosa che resta davvero. È il passato che dà la sostanza alle cose, offre loro un ancoraggio, contro la deriva. E poi, il passato ritorna, sempre. Glorioso, nefasto, ma anche insignificante: come quando ti frughi nella tasca dei jeans e sul fondo trovi della lanugine tra cui è incastrato un lembo di uno scontrino maciullato da anni di lavaggi in lavatrice.
Noi di Bomarscé abbiamo sempre dato molta più importanza (parola grossa) alla parola in sé: cioè all’atto di nominare. Il nome non significa, al massimo evoca, è comunque un arbitrio. A noi piacciono gli arbitrii, le evocazioni, le invocazioni e anche le preghiere, le litanie, gli elenchi: i nomi, insomma.
Nei dibattiti delle presidenziali francesi del 1974 e del 1981 tra Valery Giscard d’Estaing e François Mitterrand, c’è un celebre scambio di battute. Giscard rimproverava Mitterrand di essere “l’uomo del passato”; allora, sette anni dopo, il socialista gli rispondeva, argutamente occorre dire, che lui era, invece, “l’uomo del passivo”. Ma che cosa c’entra François Mitterrand con questa presentazione? Forse nulla, tranne che ognuno ha le proprie ossessioni, che spesso dimorano nel passato. Difficilmente le ossessioni si situano nell’immateriale, in quello che non c’è: nel futuro, che, come noto, non esiste. 
Siamo molto contenti di questo numero: è grosso, con testi densi, lunghi, da leggere con piacere. Ci siamo comodamente messi dentro a questi testi, non ci si perde, la coscienza resta sempre molto desta, sono importanti, intelligenti, rilevanti. O così ci sembra. Bellissime le illustrazioni, davvero bellissime: come faremmo senza? Semplicemente non faremmo.
In copertina, l’opera di Marco Ieie, pittore e illustratore che ci ha concesso una delle sue immagini più belle, da guardare a lungo: un’opera da visitare. Lo ringraziamo molto. 

Ah, è quasi Natale: auguri, di cuore. Un abbraccio. Buona lettura.