Questo è l’undicesimo numero di Bomarscé – Storica rivista letteraria, dal 2020.
Entriamo così in una nuova decina: a pensarci, per una persona, la decina tra gli undici e i venti è sconvolgente. Si entra bambini si esce adulti, letteralmente, anagraficamente, legalmente; forse non c’è un’altra decade i cui estremi sono così diversi, così incompatibili. Per un ventenne passare un pomeriggio con un undicenne è un incubo di tedio, così come per un undicenne trascorrere una giornata con un ventenne può configurarsi come un lungo tunnel di imbarazzo e disagio.
L’undicenne, però, ha un vantaggio: guardandosi indietro (ma esiste un undicenne che si guarda indietro?) non si vergognerà di nulla, i suoi ricordi sono ancora puliti dal giudizio. Il ventenne, invece, potrebbe vergognarsi di tante cose. Ecco, ora noi siamo degli undicenni: ci guardiamo indietro e non ci vergogniamo di nulla.
Quando abbiamo pensato al tema di Bomarscé #11, cioè Il ri(s)catto, siamo partiti da un evento accaduto a un’amica: ne abbiamo parlato molto e alla fine non sapevamo se quella vicenda fosse rappresentativa di un ricatto o di un riscatto. Quindi, insomma, abbiamo pensato di mettere una s tra parentesi, lasciando decidere ad autrici e autori da quale parte far girare le pale del proprio mulino.
Ci aspettavamo (sì, eravamo un po’ prevenuti) tante storie di riscatto: testi esemplificativi, racconti edificanti, eroi ed eroine capaci di ribaltare le sorti più avverse, insomma tanti Rocky, tante Laura Pausini. E invece no, porca vacca.
Su Bomarscé #11 ci sono tredici racconti dove il dai che ce la fai! non trova posto, dove il riscatto, quando c’è, non è intinto nel piagnisteo ma nell’amore, nell’altruismo e nella dignità, dove il ricatto è obliquo, ambiguo, perverso, divertente.
Bomarscé #11, però, ha un problema, dobbiamo confessarlo: la qualità delle illustrazioni. È, semplicemente, troppo alta. Siamo in imbarazzo: come un undicenne.
In copertina, poi, c’è un dipinto di Giuseppe Sciortino, giovane pittore, tra le altre cose vincitore dell’Artkeys Prize e del Premio Mestre: ci ha donato questo Autoritratto con scarpe e gliene siamo immensamente grati.
È ad aprile che inizia il bello. Buona lettura.