Questo è il tredicesimo numero di Bomarscé – storica rivista letteraria, dal 2020.
Secondo la Cabala, il numero 12 indica la conclusione di un ciclo compiuto, superato il quale avviene una trasformazione in quanto il passaggio si compie su prove difficili: le uniche che portano a una vera crescita.
Con Bomarscé #13 si direbbe quindi che entriamo nell’età adulta, quando distrarsi è meno concesso e più pericoloso. Ecco perché, consapevoli di questa missione, il tema di questo numero è proprio La distrazione. Concetto apparentemente immune da ambiguità, eppure aperto a una grande possibilità di interpretazioni. Per Luciano De Crescenzo, ad esempio, la distrazione è la scappatella dell’anziano professore Gennaro Bellavista con l’avvenente Jessika, “liceale al mattino e cubista alla sera”. Ma per tanti di noi la distrazione è una lotta quotidiana, spesso persa, per non cadere nell’inconcludenza. Quasi una piaga sociale, come mostra Lisa Iotti nel suo saggio Otto secondi – Viaggio nell’era della distrazione, dove si indagano le ossessioni, i pericoli e le paure, fissando la nostra soglia media di attenzione, come da titolo, in otto secondi. Eppure, la distrazione svolge anche un’importante funzione positiva. Succede quando ci allontana da emozioni negative, come spiega in un altro saggio (La distrazione, Il Mulino) la psicologa cognitiva Maria Brandimonte, secondo cui la distrazione non è, come erroneamente saremmo portati a credere, l’opposto dell’attenzione.
Del resto è l’atto stesso della lettura una distrazione dalle cose altre della vita, capace di sospendere la depressione, o anche solo di salvarci dall’orrore di una mattutina discesa agli inferi a bordo di un treno regionale.
I racconti in questo numero ci offrono una variegata, e in certi casi raffinata, interpretazione dei confini e delle possibilità della distrazione, che speriamo apprezzerete almeno quanto abbiamo fatto noi che li abbiamo selezionati.
Ma prima di lasciarvi alla lettura, concedeteci di ringraziare le autrici e gli autori di tutto l’apparato iconografico del numero: noi ne siamo totalmente suggestionati.
E un immenso grazie a Luigi Gatti, artista piacentino dotato di uno sguardo potente, impresso sulle sue tele con sapienza novecentesca, per averci concesso per la copertina un suo dipinto che ci ha stregato.
Buona lettura.