Questo è il quarto numero di Bomarscé – Storica rivista letteraria, dal 2020. Ed è uno speciale sul Natale.
Chi non ha mai scritto un racconto di Natale? Uno di noi ricorda – avrà avuto cinque o sei anni, una sera prima di cena, una luce calda riempiva di ombre il piano del tavolo di legno scuro –, il papà sedeva di fronte a un’Olivetti elettronica, un aggeggio anni Novanta, pesantissimo, antenato diretto della mitica videoscrittura; lui, seduto di fianco spuntava appena dalla superficie del tavolo, gambe penzoloni, dettava: Era una notte buia e tempestosa…
E poi il rumore dei tasti sotto le dita. Qualche riga in cui le parole tiravano i fili di un personaggio, ovviamente un investigatore, e di un cane bassotto al suo seguito: lampi, tuoni, una casa diroccata, meglio un castello buio, un fantasma. Una notte: la notte di Natale. Uno di noi lo ricorda bene: ma il papà ce l’avrà ancora quel foglio scritto a metà? Quel foglio di trent’anni fa? Il Natale, in fondo, è sempre un ricordo: è sempre ritornare.
In questo numero ci sono otto racconti frutto di un lavoro di selezione aspro: abbiamo fatto scelte dolorosissime per distillare questo concentrato purissimo di testi. Ai lettori chiediamo solo di leggerli: sarà un piacere.
In copertina, l’opera di Kyoko Nemoto, illustratrice giapponese che ci ha donato questa perla che non riusciamo a smettere di guardare. Grazie davvero.
Infine, resta da dire solo una cosa, perché anche noi viviamo nel mondo, viviamo questi tempi.
Bomarscé ha raramente indugiato sul virus, anche perché, come abbiamo detto tempo fa, lui indugia già troppo su di noi. Purtuttavia, al termine di questo anno, ci siamo imbattuti in una frase che non c’entra con la pandemia, ma che riempie di significato, di senso, tante azioni ma anche tanti processi mentali che abbiamo escogitato per restare dove siamo, a galleggiare con la testa appena fuori dall’acqua scura, in cerca di un lembo di terra, di un approdo. La frase è di Peter Cameron ed è contenuta nel suo ultimo romanzo, Cose che succedono la notte:
L’uomo si chiese come facesse quella gente ad andare avanti, come si potesse sottrarre tanto alla vita – il calore, la compagnia, la cultura, addirittura la luce – e vederla, malgrado tutto, resistere.
Buone feste e felice 2021. Ci si vede.