A Marilena, la nonna Mari
Questo è l’ottavo numero di Bomarscé – Storica rivista letteraria, dal 2020.
È un numero eroico, che ha molto a che fare con la vita. Ed è, in qualche modo, celebrativo. Nasce da un desiderio, una pulsione basilare: il desiderio di percorrere. Il percorso, che nella narrativa diventa il discorso, ha un duplice significato: quello di una strada segnata, da seguire dall’inizio alla fine, e quello di una traiettoria da disegnare, una via da battere, una parabola da costruire. Il tema di Bomarscé #8 è Maternità/paternità, un percorso con solo due certezze, l’inizio e la fine, la presenza e l’assenza.
Quando abbiamo pensato a questo tema, abbiamo considerato la nascita, la più clamorosa delle presenze, ma anche la morte, la più definitiva delle assenze. Abbiamo sottovalutato, però, ciò che c’è prima e dopo, cosa vuol dire essere figli e figlie dell’assenza, della carenza. Abbiamo imparato, per esempio, che ci sono sempre delle cose che non si sanno, che i ricordi non bastano mai, che tra genitori e figli c’è una parte variabile di indeterminatezza che li separa e li separerà sempre. E per sempre. Nel rapporto tra genitori e figli ci sono delle cose che qualcuno sa e che qualcun altro non sa: ed è lì che si situa il desiderio, sempre incolmabile.
Siamo partiti a inizio anno dal nuovo libro di Julia Kerninon sulla maternità (Toucher la terre ferme, Éditions de L’Iconoclaste), siamo passati attraverso la festa di una nascita, ma il numero esce in dedica a una di quelle persone che sapevano le cose che altre non sanno: una di quelle persone che chiamiamo madri.
Su Bomarscé #8 ci sono dodici testi pieni di vita, ricchi di cose, ironici, brillanti, imbevuti di racconto: le autrici e gli autori hanno trovato le parole giuste, corrette, esatte, hanno saputo maneggiare un materiale che è la sorgente di tutte le storie. E beh, non era facile. Illustrazioni e foto completano, con grazia ed eleganza, un numero importante, che ricorderemo a lungo. Speriamo lo facciano anche lettrici e lettori.
Infine, la copertina ci è stata donata dall’artista francese Patrice Rambaud, che ringraziamo con deferenza ed entusiasmo: il giallo e il blu ci ricordano da che parte stare.
Come dicevano quelli: chi ti accompagnerà a casa, stasera?
Buona lettura.